lunedì 6 dicembre 2010

Natale Light (Design)

I luoghi e i designer affermati che illumineranno Milano per le feste
Per la prima volta il Comune di Milano ha affidato l'allestimento delle luminarie natalizie a designer giovani o dalla carriera già consolidata, invitando dieci maestri del design internazionale a creare un abito luminoso per i punti di maggior richiamo della città. Un vestito giusto per la festa del Natale insomma. Ecco chi ha progettato cosa.

Fabio Novembre ha pensato a 
via della Spiga con il lavoro Ieri, oggi, domani: panni luminosi appesi a fili del bucato riempiono il cielo di una delle vie del Quadrilatero. IlTeatro alla Scala si ricopre di rose rosse per l'ideazione La luce della musica di Mario Nanni, mentre I satelliti della Scala (dei dischi luminosi) di Paolo Rizzatto invadono Piazza San Fedele, Piazzetta Filodrammatici e Piazza Belgioioso. Akari-Lisa Ishii e Carole Ferreri hanno portato una Nebbia di Luce alla Loggia dei Mercanti.

Lungo 
corso Vittorio Emanuele sarà impossibile non scorgere gli intrecci colorati di Patricia Urquiola, mentre l'ottagono della Galleria Vittorio Emanuele sarà occupato dall'installazione dell'inglese Paul Cocksedge, One euro a kiss. I Portici dell'Arengariosono stati affidati a Italo Rota, che ha pensato a illuminarli con Tutti i colori del bianco, Piazza Diaz è toccata a Gilbert Moity, che ha anche provveduto a dare luce alla Torre Branca con i progetti Urban Rainbow. La Triennale sarà sormonatata dalle Punte di luce di Michele De Lucchi. Infine, il francese Alain Guilhot ha lavorato sulla Stazione Centrale, dove sarà possibile ammirare The Central Station of Milan: footbridges of light between memory and modernity.
Articolo di Roberta Gibillini
FONT: http://www.milanodabere.it/news/design/natale_light_design__1757.html
Moods & Variations in Piazza Diaz per Gilbert Moity che firma anche la Torre Branca

I satelliti della Scala by Paolo Rizzatto nelle piazze e nelle vie intorno al Comune

Italo Rota e il suo Tutti i colori del Bianco nei portici dell'Arengario

Le punte di Milano, sul tetto della Triennale per Michele De Lucchi

 Il progetto di Alain Guilhot per la Stazione Centrale

Quello di Patricia Urquiola per corso Vittorio Emanuele

 La luce della musica illumina la Scala su progetto di Mario Nanni



giovedì 2 dicembre 2010

Collezione Meritalia Senza Fine, design Gaetano Pesce Pezzi unici, irripetibili... Senza Fine, design Gaetano Pesce per Meritalia


Le poltrone e i pouff della collezione Senza Fine, disegnata da Gaetano Pesce e presentata al Salone del Mobile di quest’anno, confermano la continua ricerca dell’innovazione portata avanti da Meritalia, nonché la continua e proficua collaborazione con i designer di fama internazionale che hanno segnato le tappe fondamentali della sua produzione. Realizzata interamente in poliuretano estruso a caldo, Senza Fine è un prodotto autoportante, cioè senza struttura vera e propria.
La sperimentazione e lo sviluppo da parte dell’azienda è iniziata circa un anno fa riprendendo un progetto di Gaetano Pesce del 1996 mai portato a termine. Le prime prove sono state eseguite in PVC estruso: il risultato ottenuto era una poltrona dal peso di circa 120kg. Si è passati dal PVC al silicone, che ha consentito di ottenere risultati di flessione del materiale notevoli, ma con un peso ancora troppo elevato (70kg circa). Il risultato finale in poliuretano estruso a caldo consente di ottenere una poltrona di 30kg.
Senza Fine è realizzata completamente a mano, un aspetto essenziale per coloro che amano il design di Gaetano Pesce, perché permette di essere proprietari di pezzi industriali ma diversi gli uni dagli altri. L’unicità del prodotto è sempre più considerata un valore aggiunto nel mondo del design contemporaneo; riuscire a tradurla in un oggetto comunque industriale consente di aggiungere un plus al prodotto di sicuro interesse. Senza Fine viene ottenuta attraverso una colata a caldo del materiale direttamente sullo stampo: per questo motivo ogni elemento viene modellato a mano dal realizzatore secondo la propria creatività ma rispettando sempre le direttive generali del progetto. Il filo continuo di poliuretano con cui è realizzata Senza Fine si termosalda durante la colata.
La conclusione è affidata a Gaetano Pesce: “Questa serie sperimentale di sedute è originata dall’estrusione in continuo di un cordolo di silicone che in modo aleatorio si dispone su di uno stampo fino a che la persona che lo realizza considera soddisfacente la forma raggiunta. A ragione della resistenza del silicone agli agenti atmosferici, gli esemplari della serie Senza Fine possono stare sia negli spazi interni che esterni”.
senza fine in sintesi
design: Gaetano Pesce
azienda: Meritalia
anno di realizzazione: 2010
materiale: poliuretano estruso a caldo
colori rosso, giallo, blu, verde, nero



font: rivista Area 11 Ottobre 2010



                                            ...tra Gropius e Le Corbusier c'è la stessa differenza  che esiste tra un cerchio disegnato con il compasso e uno disegnato a mano, la prima è un'idea geometria, la seconda è una sorpresa,  ogni punto del cerchio è una scoperta...                                                     (font: intervista a Fabio Novembre su E. Sottsass, http://www.youtube.com/watch?v=hYxZsuGPaI0&feature=BF&list=PL2C49B92BC11ECD9F&index=3) 
...i veri maestri ti danno dei perimetri, poi se tu che devi muoverti lì dentro…     (tratto da Intervista a Fabio Novembre su E.Sottsass http://www.youtube.com/watch?v=3D6tSbnQ5vA&feature=BF&list=PL2C49B92BC11ECD9F&index=4)



Per la serie...un libro a settimana....Ceramiche delle tenebre...di E. Sottsass

...cosa ci posso fare io,? alla fine disegno vasi, l'unica cosa che posso fare è: STRONZO CHI LI ROMPE!   (Ettore sottsass contro l'insensatezza dell'uomo moderno) 



Font: intervista a Fabio Novembre su Ettore Sottsass, http://www.youtube.com/watch?v=3D6tSbnQ5vA&feature=BF&list=PL2C49B92BC11ECD9F&index=4
 ...con i fiori siamo sempre nei guai, i vasi sono sempre troppo piccoli o troppo corti, ma non è colpa dei vasi, tra l'altro c'è anche l'abitudine settecentesca di mandare troppi fiori, quando basta solo un fiore per muovere l'aria.

E.Sottsass